Le app di messaggistica criptata sono il mezzo più semplice ed efficace per proteggere gli asset aziendali. Per capirne a fondo l’importanza, tuttavia, occorre fare un passo indietro e scoprire qualche dato allarmante. Innanzitutto, la pandemia da Covid-19 ha portato a un aumento del 600% della cyber-criminalità. Inoltre, l’80% dei furti di dati dell’ultimo periodo è attribuibile a vere e proprie organizzazioni criminali. Questo porta a una considerazione semplice quanto efficace: ogni dato aziendale è accerchiato da orde di criminali informatici, molto preparati. Per difendersi, tuttavia, basta partire da un semplice gesto: installare un’app, all’apparenza una come tante, ma che per la prima volta si prende cura dei dati sfruttando le migliori tecnologie, senza rinunce.

Un modello data-centrico

Le nuove tendenze in fatto di sicurezza informatica azzardano le più disparate tecniche e procedure, ma convergono, tutte, su un concetto: il dato deve essere al centro del sistema di difesa. Si passa dunque da un modello uomo-centrico (difendere l’account), a uno più granulare e profondo, cioè quello data-centrico. Un’app di messaggistica criptata, nella semplicità del suo utilizzo, fa esattamente questo: considera il dato più semplice e diffuso, il messaggio, e vi costruisce attorno una barriera crittografica a prova di data breach.

App di messaggistica criptata, come funziona

Un’app di messaggistica criptata, di base, funziona come una qualsiasi app di comunicazione: dà la possibilità a due o più interlocutori di scambiare messaggi e talvolta contenuti, come file audio e immagini. Tuttavia, se il meccanismo si fermasse qui, come di fatto avviene con parecchie app del genere, sarebbe vulnerabile a una famiglia di attacchi chiamata “man in the middle” (“uomo in mezzo”). Qualcuno, infatti, potrebbe porsi nel bel mezzo di questo flusso di dati e trafugarli, una pratica di per sé molto pericolosa, soprattutto se tra i dati esposti all’attacco sono inclusi anche quelli aziendali.

Mediante l’applicazione della crittografia end-to-end, il rischio che il contenuto delle chat venga reso accessibile a terzi soggetti viene fortemente ridotto, in quanto i dati scambiati dagli interlocutori sono protetti da un sistema a doppia “chiave” che rende illeggibile, a qualsiasi soggetto terzo, il contenuto delle chat.

Più nel dettaglio, il sistema genera una coppia di chiavi crittografiche, una pubblica ed una privata. La chiave privata rimane all’interno del dispositivo utilizzato dai singoli utenti, allo scopo di decrittare i messaggi in arrivo; mediante la chiave pubblica, invece, resa nota anche agli altri interlocutori della chat, vengono crittografati i messaggi in uscita.

In tal modo, il contenuto delle chat è al sicuro da attacchi informatici e intrusioni non autorizzate, specialmente nel caso in cui l’attacco viene condotto nei confronti dei server sui quali detti messaggi transitano.

La crittografia end-to-end, inoltre, non è applicabile esclusivamente ai messaggi di testo, ma anche alle chiamate ed alle videochiamate, mediante la codifica dei pacchetti di dati audio e video scambiati tra i partecipanti.

App di messaggistica criptata: la sicurezza arriva dalla crittografia

Basti pensare che oggi, tramite app di questo tipo, si scambiano strategie, segreti industriali, foto e disegni di brevetti, consigli e operazioni dal grande valore economico. Un’app di messaggistica criptata, per questo motivo, provvede a “mescolare” i dati scambiati secondo complesse formule matematiche, ottenendo un flusso di dati completamente diverso che, per essere riportato allo stato originario e tornare a essere comprensibile, necessita di un apposito codice di decodifica. Codice che è nella disponibilità dei legittimi partecipanti alla chat di turno. Se un intruso intercettasse questo flusso, non disponendo del codice si ritroverebbe con una lunga serie di stringhe incomprensibili.

Quando questo meccanismo copre entrambi i capi della conversazione si parla di “crittografia end to end”, sistema che garantisce un certo livello di sicurezza. Le migliori app di messaggistica criptata prevedono, inoltre, meccanismi di crittografia end to end più robusti, chiamati “double ratchet”, che forzano il continuo aggiornamento delle chiavi di crittografia, facendo sì che l’eventuale intruso non possa decodificare né i messaggi inviati precedentemente né successivamente al suo intervento.

Solo ai diretti interessati

Sfruttando questa tecnologia, un’app di messaggistica criptata protegge il dato nella sua essenzialità, senza nemmeno porsi il problema di dove questo andrà a finire: ovunque sia diretto, e qualunque sia il tipo di contenuto, se è crittografato sarà solo nella disponibilità dei diretti interessati. Per ottenere tale scopo, la comunicazione cifrata end-to-end avviene all’interno di un canale sicuro, ai capi del quale gli interlocutori sono autenticati per mezzo di chiavi personali di identificazione. Questo è un approccio data-centrico alla protezione delle informazioni e nessuno meglio di un’azienda può beneficiarne: messaggi che arrivano solo ai legittimi destinatari, senza il rischio che cadano nelle mani sbagliate.

App di messaggistica criptata: anonimato e protezione dai trojan

In quest’ottica, un’app di messaggistica criptata diventa un mezzo di comunicazione molto più efficiente, veloce e soprattutto sicuro rispetto alla posta elettronica, più soggetta ad attacchi informatici. Senza contare che esistono app di messaggistica criptata che aggiungono ulteriori livelli di protezione. Per esempio, non raccolgono metadati, mantenendo il più completo anonimato nei messaggi. Inoltre, introducono un ulteriore livello di sicurezza, sfruttando tecnologie che le mettono al riparo anche da trojan e malware specializzati proprio nel man in the middle. Un’app di messaggistica criptata non cambia solo le regole della sicurezza, ma anche quelle del business.

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